Matteo Lucchini:
"Nel settore orticolo italiano è in corso un cambio
generazionale".
Nonostante l'Italia abbia una lunga e riconosciuta
tradizione agricola, detto settore ha incontrato alcune difficoltà
nell’affrontare le attuali sfide di mercato. A differenza di altri paesi
europei d'oltralpe, l'Italia non possiede un settore orticolo particolarmente tecnologico,
soprattutto a causa del clima che da sempre ha favorito molti tipi di colture.
Di recente però sono avvenuti alcuni cambiamenti, con molte fasi della filiera
alimentare italiana che hanno subito un segnale di arresto inizialmente a causa
del Covid e successivamente a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia e dei
fertilizzanti. In particolare, a causa della crescente carenza idrica in
Italia, l'intero settore degli ortaggi e delle verdure a foglia verde è alla
ricerca di nuove soluzioni da implementare. La coltivazione idroponica sembra
essere la risposta a questa domanda, considerando che in media i sistemi
idroponici risparmiano fino al 70% di acqua grazie ai sistemi di riciclo.
L'effetto collaterale del ridotto consumo di acqua è anche la diminuzione
dell'uso di fertilizzanti.
Un cambio generazionale
È in questo contesto che Lucchini ha iniziato una
collaborazione con TAPKIT per supportare le aziende italiane di piccole e medie
dimensioni nella creazione del proprio business incentrato sulla coltivazione
idroponica. Idromeccanica Lucchini vanta oltre 75 anni di esperienza nella
costruzione di serre. "I coltivatori italiani sono pronti ad abbracciare
l'idroponica", afferma Matteo Lucchini di Idromeccanica Lucchini.
"Molte aziende orticole in Italia stanno assistendo ad un cambio
generazionale. Queste nuove persone, più giovani, sono maggiormente consapevoli
delle sfide poste dal cambiamento climatico e ambiscono a fare tutto il
necessario per operare nel migliore dei modi." TAPKIT opera nel settore
della coltivazione idroponica dal 2000. "In Israele, la scarsità d’acqua
rappresenta, da anni, un problema per gli agricoltori, per cui, molti anni fa,
abbiamo dovuto adottare sistemi di risparmio idrico" dice Uzi Teshuva di
TAPKIT, famiglia di agricoltori di seconda generazione. "Quando abbiamo
scoperto che, oltre a risparmiare acqua otteniamo anche prodotti di altissima
qualità, le normative relative alla sicurezza alimentare sono più facili da
rispettare e la produzione è 4-6 volte superiore al m2, ci siamo resi conto che
questo è per noi il futuro".
La collaborazione tra le due aziende è iniziata alcuni mesi
fa quando hanno esportato il loro sistema in Perù. "Il clima laggiù è
simile all'Italia, quindi ha rappresentato il banco di prova perfetto per la
nostra soluzione." TAPKIT è un sistema idroponico di 500mq che può
produrre, per esempio, più di 130.000 cespi di lattuga o 8 tonnellate di erbe
fresche all'anno. TAPKIT include i-Droponics, un'applicazione mobile che aiuta
i coltivatori a diventare esperti nella coltivazione idroponica entro 4 mesi.
Portare il cambiamento nella catena di approvvigionamento
«In generale, l'economia italiana è in gran parte costituita
da piccole e medie imprese, e questo lo si vede anche nel settore agricolo.
Sicuramente ci sono molti grandi attori, ma per lo più sono piccole aziende che
servono determinate nicchie di mercato. Tuttavia, l'alto costo iniziale
dell'idroponica ha tenuto i produttori lontani da questo modello, soprattutto
considerando quanto sia lenta la burocrazia italiana quando si tratta di creare
aziende agricole ad alta tecnologia. Con TAPKIT, i coltivatori possono
finalmente passare senza problemi alla coltura idroponica e migliorare
significativamente non solo la qualità dei loro prodotti, ma anche la loro
efficienza complessiva". TAPKIT è però qualcosa che può essere molto utile
anche per i grandi produttori, grazie alla rapidità con cui queste linee
possono essere implementate. "Abbiamo scoperto che anche i grandi
coltivatori sono interessati a queste piccole linee in quanto è un modo
economico per scoprire l'idroponica", afferma Avner Shohet di TAPKIT.
"Alcuni agricoltori aggiungono 3-4 unità poco dopo l'installazione delle
prime, mentre altri decidono di applicare immediatamente la nostra tecnologia
alle serre su larga scala".
Utilizzando infrastrutture più high-tech, i produttori
possono rispondere meglio alla domanda, il che ha anche un effetto positivo
sulla catena di approvvigionamento. “Un nuovo tipo di cultura si sta facendo
strada nella filiera italiana”, continua Matteo. “Non stiamo assistendo solo
all’entrata delle giovani generazioni, ma anche a quella dei professionisti e
degli investitori provenienti da settori completamente non affini. Se tali
aziende possono avviarsi in modo rapido ed efficiente, allora il primo tassello
della nostra futura catena di approvvigionamento sarà completato e ben saldo.
Quando sia il coltivatore che il consumatore saranno finalmente consapevoli e
inizieranno a richiedere prodotti di alta qualità coltivati in idroponica,
allora l'intera catena di approvvigionamento dovrà adattarsi al mercato".
TAPKIT è la risposta e aiuterà in questo, soprattutto grazie
alla facilità d'uso. “Non devi essere un coltivatore di alto livello per
gestire queste serre. Tutto è progettato per essere completamente intuitivo e
forniamo ai coltivatori anche un ricettario per la coltivazione. I nostri
partner seguono quindi da vicino per assicurarsi che tutto vada secondo i
piani. Poiché vogliamo che i cicli di produzione siano rapidi ed economici,
TAPKIT si concentra principalmente su verdure a foglia, lattuga ed erbe
aromatiche".